BOMBA ATOMICA E BOMBA H
Attraverso
la fissione e la fusione nucleare è possibile ottenere diverse armi nucleari,
tra cui le più famose sono la bomba atomica e la
bomba H.
Bomba atomica: un ordigno esplosivo, appartenente al gruppo delle armi nucleari,
la cui energia è prodotta dal fenomeno della fissione
nucleare cioè la scissione, spontanea o indotta, del nucleo atomico
di un elemento pesante in due o più frammenti. La
reazione a catena avviene in forma "incontrollata" e rapidissima in
una massa di uranio 235
o di plutonio 239
altamente concentrati, nell'istante in cui la massa viene resa
"super-critica".
La prima bomba all'uranio fu sganciata sul centro della
città di Hiroshima
il 6 agosto
1945. La seconda bomba al
plutonio fu sganciata invece su Nagasaki il 9 agosto 1945 alla fine della seconda guerra mondiale, provocando circa
130.000 morti sul colpi, ma anche altri negli anni successivi a causa delle radiazioni.
Bomba H: E’ un contenitore metallico riempito con piccole bombe
atomiche disposte accanto a una massa di idrogeno. Le esplosioni provocano una
forte espressione interna e portano la temperatura a 100 milioni di gradi,
sufficiente a provocare la fusione dei nuclei di idrogeno, con conseguente
emissione incontrollata di energia. I primi ordigni termonucleari furono fatti
esplodere sperimentalmente nel 1952 dagli USA e nel 1953 dall’URSS. La prima
dimostrazione pubblica fu data nel 1954, quando gli USA polverizzarono l’atollo
di Bikini nell’Oceano Pacifico.
LA CENTRALE NUCLEARE
Il suo funzionamento è molto simile
a quello di una convenzionale centrale termoelettrica con la differenza che
l'acqua viene riscaldata da un reattore nucleare dove l'uranio viene
fissionato. Tre sono le parti principali della centrale:
- Edificio
contenente il reattore: enorme cilindro di cemento armato dove al centro è
collocato il reattore
- Sala
macchine: un edificio dove è sistemata la turbina e l'alternatore
- Edifici
ausiliari: contengono le piscine schermate per la conservazione temporanea
degli scarti radioattivi della centrale.
Il funzionamento della centrale è
abbastanza semplice: viene pompata dell'acqua attraverso il reattore che la fa
evaporare attraverso il calore emesso dalla fissione dell'uranio. Il vapore
viene inviato nella turbina che trasferisce la propria forza meccanica
all'alternatore che genera corrente elettrica.
REATTORE: è un contenitore metallico dove si fa bollire
l’acqua per trasformarla in vapore. Utilizza materiale fissile; la reazione a
catena si sviluppa lentamente e libera un flusso regolare di energia in forma
controllata. Tutti i reattori sono dotati di un sistema di barre di
controllo che permette di regolare la reazione e quindi la potenza
generata, nonché di aperture per consentire l'inserimento del materiale fissile
e l'estrazione del "combustibile" esausto. Il tutto è racchiuso in un
contenitore di acciaio inossidabile pieno di acqua o di un altro moderatore
(spesso grafite) che permette alla reazione di svilupparsi in modo regolare.
L'acqua è molto spesso anche usata come fluido termovettore, cioè per
raffreddare il nocciolo del reattore (che altrimenti fonderebbe) e nel contempo
-scaldandosi- per generare vapore da inviare alle turbine.
LE SCORIE
RADIOATTIVE
Il procedimento di fissione nucleare (come peraltro quello
di fusione, seppur in maniera molto inferiore) produce materiali residui ad
elevata radioattività. Si tratta di pastiglie di combustibile esaurito (uranio,
plutonio ed altri radioelementi) che vengono estratte dal reattore per essere
sostituite. Questo materiale, emettendo delle radiazioni penetranti, è molto
radiotossico e richiede dunque precauzioni nel trattamento di smaltimento. La
radioattività degli elementi estratti da un reattore si riduce nel tempo
secondo il fenomeno naturale del dimezzamento ma i tempi necessari a farla
rientrare entro standard di accettabilità biologica per il corpo umano sono lunghi.
I tempi di decadenza radioattiva variano inoltre a seconda dell'elemento
oscillando da pochi giorni a molti millenni. Esistono attualmente due modi
principali per smaltire le scorie, rigorosamente legati a preliminari studi di
natura geologica riguardanti il sito di destinazione: per le scorie a basso
livello di radioattività si tende a ricorrere al cosiddetto deposito
superficiale, ovvero il confinamento in aree terrene protette e contenute
all'interno di barriere ingegneristiche; per le scorie a più alto livello di
radioattività si ricorre invece al deposito geologico, ovvero allo
stoccaggio in bunker sotterranei schermati. Esistono anche altri metodi per lo
smaltimento del combustibile esaurito, tuttavia si tratta di sistemazioni
momentanee quindi lo smaltimento di questi materiali rimane ancora tra i
problemi ambientali da risolvere.
|